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Realizzare i quinti

 

 

Il sistema che ho usato per il taglio e l'assemblaggio dei vari elementi costituenti i quinti (madieri, mezzi madieri, staminali e scalmi) non si discosta molto da quello usato dalla gran parte dei modellisti che lavorano in ammiragliato.
Qualcuno, da tavolette di apposito spessore ricava delle strisce larghe abbastanza da ospitare i pezzi da ricavare. Altri, tagliano direttamente il pezzo nella sua forma definitiva mantenendosi un poco più larghi rispetto al disegno. In tutti e due i casi il passo successivo è l'assemblaggio servendosi di piani rigidi atti a garantire la planarità in fase di montaggio dei piani di costa. Voglio qui descrivere il sistema che ho usato che rispetto al primo fa meno sfrido di legno e rispetto al secondo lascia meno spazio all'errore.
La prima operazione è stata quella della tracciatura dei pezzi mantenendomi 4 mm oltre il profilo del disegno. Per fare questo mi sono servito di un curvilinee mobile e per trasparenza, utilizzando un piano luminoso, ho ricalcato il disegno su dei fogli adesivi tramite una normale penna ad inchiostro liquido modificata incollandole sulla punta un pezzetto di tubetto in plastica in modo da avere tra l'asse della penna e la superficie esterna del tubetto i 4 mm accorrenti.

 

Ho ricalcato in rosso le teste dei vari pezzi, ho copiato poi staminali e scalmi solo di metà quinto in quanto pezzi di simmetria rispetto all'asse verticale. Poi madieri e mezzi madieri. Logicamente ogni pezzo è stato opportunamente identificato.

 

Sono passato poi alla rifilatura ed al successivo incollaggio sulle tavolette già piallate nel giusto spessore (5,5 mm).

 

Operazione successiva è stata quella del taglio avendo l'accortezza di lasciare almeno un millimetro in testa ai pezzi. Dopodichè ho ricavato per ogni staminale ed ogni scalmo il suo gemello nastrandolo in coppia come si vede nelle foto che seguono. Questo per consumare con la levigatrice a disco, contemporaneamente, il millimetro precedentemente lasciato sulle teste dei pezzi simmetrici. La buona riuscita del lavoro finale è rappresentato proprio dalla precisione di quest'ultima operazione in quanto sbagliare l'angolo delle teste dei pezzi significa poi non rientrare nella sagoma finale dei piani di costa di progetto.

 

Poi ho montato, con il classico sistema e aiutandomi con la fotocopia delle varie ordinate gli elementi dei singoli piani di costa. Ho rimosso l'adesivo utilizzando, quando necessario, una pistola di calore e raschiato gli eventuali residui di collante con la lama di un taglierino.

 

Successivamente ho accoppiato i piani di costa.

 

Il passo successivo è stato il riporto del disegno sul quinto assemblato. Per fare ciò ho ricavato le fotocopie dei quinti dalle tavole di progetto, per poi incollarle. Idea che ho abbandonato quasi subito in quanto mi sono accorto che piegando le fotocopie lungo l'asse di simmetria e guardando in controluce, le due parti del disegno non coincidevano

La parte fincata in rosso rappresenta lo scostamento della fotocopia lungo l'asse di simmetria.
Sono ricorso quindi di nuovo al piano luminoso, ricalcando a matita, su carta adesiva le varie ordinate. Come disegno mi sono limitato a riportare il piano di costa prodiero relativamente alle linee di taglio e al limite dell'angolo di quartabuono.

 

Per poter attaccare l'adesivo senza farlo deformare, ho rifilato solo la parte esterna del disegno. Poi aiutandomi con delle pinze ho posizionato il suddetto sul quinto, e solo dopo aver controllato l'operazione fatta, ho asportato la carta in eccesso.

 

Al successivo taglio al traforo, ho incollato in testa agli scalmotti il falso baglio ricavato da un listello di ramino 5x10.

 

Peculiarità dei quinti de "Le Fleuron" e quella che gli scalmi sono rastremati, guardando il prospetto laterale del vascello, a partire dal pontuale del primo ponte alla loro sommità perdendo circa il 61 % dello spessore.

 

Tracciatura

 

Rastrematura

 

Angolo di quartabuono

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Renato Brunetti WebMaster